Nella noia che talora incanta e incatena matura il decidersi per il sé stesso
- Telos Telos 1/2023
Antonietta Di Lorenzo
- 12 Agosto 2023
Il ruolo del linguaggio poetico e dell’immaginazione produttiva
Antonietta Di Lorenzo, Gaetano Pinto
ASL Salerno – DSM di Salerno
Abstract
Il tentativo di descrivere la Noia lascia spazio ad innumerevoli specificazioni. Il linguaggio poetico può rappresentare una risorsa per superare la limitatezza del linguaggio ordinario.
Si descrive la possibilità di tradurre il vuoto esistenziale che si sperimenta attraverso la Noia, non come zavorra che trascina nel baratro dell’insensatezza dell’essere, ma come stimolo a cercare il senso proprio dell’esistenza, abbandonando l’impersonalità mediante un’opera di ricerca trasformativa, infinita e costante, verso il sé stesso.
Ci si interroga sul modo in cui l’esperienza estetica possa essere utilizzata come un’importante risorsa terapeutica. Giovanni Stanghellini ha sostenuto che la capacità di apprezzare la bellezza è essenziale per la salute mentale e che la perdita di questa capacità può portare a una serie di disturbi psicopatologici, inclusi i disturbi dell’umore, i disturbi alimentari e i disturbi della personalità.
Sosteniamo che l’opera d’arte insegni a vedere, fa pensare come non può fare nessuna opera analitica giacché la predicazione analitica trova nell’oggetto solo ciò che è stato anticipato nelle premesse.
Heidegger, sulla scia di Kant, individua nell’immaginazione, in quanto unità originaria di ricettività e spontaneità, la radice comune dei due tronchi della conoscenza umana: sensibilità e intelletto.
Questo rapporto reciproco delle capacità conoscitive dell’immaginazione, per la composizione del molteplice dell’intuizione e dell’intelletto, per la specificità del concetto che unifica le rappresentazioni, è definito “libero gioco”.
In generale, l’innovazione semantica prodotta dalla predicazione bizzarra dei poeti diviene utile affinché si continui a percepire l’incompatibilità letterale attraverso la nuova compatibilità semantica. L’assimilazione predicativa contiene questa tensione che non è più soltanto tra soggetto e predicato ma tra la non-pertinenza anteriore e la nuova pertinenza semantica. L’essere allontanato persiste nell’essere vicino.
Ciò che onticamente è più vicino è ontologicamente più lontano. Il comprendere non può annullare questa distanza. Ha ragione Kimura Bin quando parla di patologia dell’immediatezza.
Parole chiave: Noia; Linguaggio poetico; Estetica; Immaginazione.
Di Lorenzo A; Pinto G: Nella noia che talora incanta e incatena matura il decidersi per il sé stesso. Il ruolo del linguaggio poetico e dell’immaginazione produttiva.. In: Telos, no 1, pp. 39-66, 2023, ISBN: 978-88-9470782-3. (Tipo: Journal Article | Abstract | Links)@article{nokey, Il tentativo di descrivere la Noia lascia spazio ad innumerevoli specificazioni. Il linguaggio poetico può rappresentare una risorsa per superare la limitatezza del codice del linguaggio ordinario. Si descrive la possibilità di tradurre il vuoto esistenziale che si sperimenta attraverso la Noia, non come zavorra per lasciarsi trascinare nel baratro dell’insensatezza dell’essere, ma come stimolo a cercare il senso proprio dell’esistenza, abbandonando l’impersonalità mediante un’opera di ricerca trasformativa, infinita e costante, verso il sé stesso. Ci si interroga, sul modo in cui l’esperienza estetica possa essere utilizzata come un’importante risorsa terapeutica. Giovanni Stanghellini ha sostenuto che la capacità di apprezzare la bellezza è essenziale per la salute mentale e che la perdita di questa capacità può portare a una serie di disturbi psicopatologici, inclusi i disturbi dell’umore, i disturbi alimentari e i disturbi della personalità. Sosteniamo che l’opera d’arte insegni a vedere, fa pensare come non può fare nessuna opera analitica giacché la predicazione analitica trova nell’oggetto solo ciò che è stato anticipato nelle premesse. Heidegger, sulla scia di Kant, individua nell’immaginazione, in quanto unità originaria di ricettività e spontaneità, la radice comune dei due tronchi della conoscenza umana: sensibilità e intelletto. Questo rapporto reciproco delle capacità conoscitive dell’immaginazione, per la composizione del molteplice dell’intuizione e dell’intelletto, per la specificità del concetto che unifica le rappresentazioni, è definito “libero gioco”. In generale, l’innovazione semantica prodotta dalla predicazione bizzarra dei poeti diviene utile affinché si continui a percepire l’incompatibilità letterale attraverso la nuova compatibilità semantica. L’assimilazione predicativa contiene questa tensione che non è più soltanto tra soggetto e predicato ma tra la non-pertinenza anteriore e la nuova pertinenza semantica. L’essere allontanato persiste nell’essere vicino. Ciò che onticamente è più vicino è ontologicamente più lontano. Il comprendere non può annullare questa distanza. Ha ragione Kimura Bin quando parla di patologia dell’immediatezza. |